Come si è arrivati alla moderna cassetta postale, a partire dalle consegne a cavallo dell’antichità passando per le stazioni di posta
Il casellario postale è ormai diventato oggigiorno un oggetto di uso comune e visibile in ogni androne condominiale o in ogni blocco di appartamenti. Questo contenitore composto da varie feritoie per l’inserimento della posta è in realtà il prodotto finale di un processo che è durato millenni e che parte dagli albori stessi della civiltà umana, quando ad un certo punto si rese necessario spedire missive a grandi distanze.
Le cassette postali sono progredite man mano che si è evoluta la posta stessa, all’inizio non esisteva un vero e proprio servizio postale, ma ci si affidava, per la consegna della corrispondenza, a corrieri specifici o messaggeri di un qualche tipo, solo successivamente, quando la comunicazione cartacea si è diffusa così tanto da diventare un fenomeno prima molto esteso e poi di massa, si è creata la necessità di avere contenitori appositi per le lettere e persone che le consegnassero, i postini.
Nell’antichità le cassette postali non esistevano, non c’era un servizio di corrispondenza porta a porta, anche perché erano solo i re, i nobili e, al massimo, successivamente, i mercanti più ricchi e potenti ad avere fondi necessari per poter sostenere una linea di comunicazione per l’epoca molto costosa come l’invio di messaggi scritti a grandi distanze.
I primi tipi di corrispondenza
In tempi remoti la posta consisteva in tavolette di argilla cotta e rivestita da una specie di busta anche essa di terracotta, questo ai tempi dei sumeri; presso gli egizi abbiamo rotoli di papiro e inchiostro vegetale; i romani usavano tavolette di metallo o di osso spalmate di cera e incise con lo stilo, e così via.
Solo verso il medio evo abbiamo l’introduzione del classico foglio scritto, prima di cartapecora e pergamena, dopodiché si arriverà alla vera e propria carta. In ogni caso ogni missiva o documento veniva spedita e consegnata individualmente, a cavallo o a piedi e data direttamente nelle mani del ricevente. Verso il quattrocento alcune famiglie si specializzeranno nella consegna della posta come vero e proprio servizio, come i Tasso, antenati del poeta Torquato.
Per i viaggi più lunghi, che duravano più di un giorno, il messaggero si fermava a riposare nelle stazioni di posta o sosta. Molto spesso succedeva, con l’aumentare dell’organizzazione del servizio, che avendo corrispondenza per persone diverse in vari punti dell’intero tragitto, magari separato da molte stazioni di posta, che il corriere lasciasse la lettera nella stazione più vicina ad una determinata persona, che poi andava a ritirarsela.
Di qui la necessità di avere contenitori separati e appositi per la corrispondenza, dei primi rudimentali casellari per la posta. La pratica si diffuse fino ad arrivare alle cassette di legno semi pubbliche e riservate ai quartieri più agiati di Parigi, tipiche del periodo barocco e napoleonico in Francia.
Gradualmente la posta diventò sempre più diffusa, e con l’aumento della popolazione mondiale, soprattutto nelle aree urbane densamente popolate, si ebbero anche le abitazioni composte da più appartamenti e famiglie, e con questo la necessità di avere contenitori per la corrispondenza individuali e personali per ogni nucleo familiare, e quindi abbiamo la nascita delle cassette postali come li conosciamo attualmente.