Quante volte vi è capitato di tornare a casa dal lavoro e dover raccogliere tutti i volantini imbucati nella cassetta delle lettere o trovare riviste e brochure accartocciate, umide e bagnate, incastrate a forza nella cassetta postale?
La pubblicità nella cassetta postale spesso può essere utile, può contenere comunicazioni commerciali interessanti e informazioni che possono rivelarsi utili per il condomino, tanto è vero che la pubblicità è l’anima del commercio, ma spesso risultano eccessive e non vengono gradite da tutti.
Avvisi pubblicitari nella cassetta della lettere: si possono vietare?
L’articolo 41 della Costituzione Italiana recita che “l’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.” Con questo articolo la legge italiana tutela giustamente l’attività di impresa, che deve essere libera di esprimere e comunicare le proprie iniziative private, senza impedimenti. Tuttavia però, attività come il volantinaggio promosse da un’impresa possono risultare invadenti ed eccessive.
Sebbene le aziende siano tutelate nell’esprimersi liberamente, esistono comunque delle buone pratiche nel rispetto della privacy e della volontà dei singoli cittadini.
No pubblicità: le etichette sulle cassette postali
Il materiale pubblicitario all’interno dei casellari postali dovrebbe essere autorizzato dal proprietario di casa o dei condomini, con apposite diciture volte a manifestare la volontà di non ricevere volantini e documenti a carattere pubblicitario. Qualora tale richiesta del singolo non venga rispettata, sarà l’azienda stessa, ad un eventuale richiamo o addirittura querela, a risponderne direttamente.
La soluzione più diffusa e più immediata ad esprimere questa volontà è quella di apporre sulla cassetta postale un’etichetta con la classica dicitura “No Pubblicità” o “No Volantini”, che costituisce una dichiarazione che può avere effetti anche giuridici: come per la pubblicità telefonica, anche nel caso della pubblicità postale è possibile fare ricorso al Garante della Privacy e, indipendentemente dall’entità della “molestia” o presunta utilità della comunicazione, querelare l’addetto, e quindi l’azienda, per “molestia, disturbo delle persone o violazione della privacy”,
Casellari Postali Condominiali con targhetta o Porta Pubblicità
Per quanto riguarda gli edifici plurifamiliari e condominiali, la volontà di non ricevere avvisi pubblicitari all’interno della propria cassetta delle lettere, può essere espressa sia dal singolo condomino sia dall’assemblea condominiale.
Qualora, infatti, tutti i condomini esprimano il proprio dissenso verso la ricezione di materiale pubblicitario, è possibile deliberare all’unanimità durante l’assemblea di condominio il divieto di volantinaggio.
In questo caso è possibile ricorrere a diverse soluzioni:
- l’affissione di un cartello esposto nell’androne di un palazzo, che specifichi che il mancato ottemperamento al divieto di volantinaggio può tradursi in un procedimento penale
- l’installazione di una etichetta sulla buca delle lettere condominiale che indichi espressamente la volontà di non ricevere pubblicità
- l’installazione di un raccoglitore Porta Pubblicità posizionato all’esterno del condominio, generalmente accanto al casellario postale condominiale, per la raccolta del solo materiale pubblicitario.
Da Varbox è possibile acquistare cassette postali con targhette o raccoglitori porta pubblicità realizzati interamente in acciaio inox anti-graffio, con possibilità di collocazione su pareti, recinzioni, muri esterni o su piantane all’interno degli androni condominiali.
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